Cartelle esattoriali e pensione: ecco perché quest’ultima potrebbe aumentare

Potrebbe sembrare “bizzarro”, ma a quanto pare adempiere al pagamento delle cartelle esattoriali potrebbe aumentare la pensione in futuro: ecco cosa c’è da sapere a riguardo

Anche se potrebbe sembrare bizzarra l’accoppiata tra pensione e cartella esattoriale, pare che la normativa vigente creerebbe una circostanza singolare: ecco cosa c’è da sapere in merito all’argomento.

Uomo dubbio
Economia TuttoGratis

Come forse in molti già sapranno, vi sono diverse persone che non risultano aver pagato del tutto i contributi. Quando questi, però, vengono pagati del tutto, quando è il momento di fare la ricostruzione per la quiescenza, quest’ultima potrebbe essere maggiore rispetto a ciò che si credeva.

Di conseguenza, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, potrebbe calcolare nuovamente la quiescenza aggiungendo i contributi in debito pagati. Ad esempio, se vi è un lavoratore autonomo che oggi percepisce la quiescenza, questo potrebbe avere alcune cartelle non pagate relative ai contributi non versati.

In primo luogo, utilizzando la rottamazione, il contribuente potrebbe avere un “sconto”. Questo accadrebbe perché le sanzioni sarebbero portate a zero ed anche gli interessi sarebbero eliminati.

Ciò vuol dire che, il soggetto interessato, pagherà solamente i contributi di origine previdenziale che in passato non sono stati pagati.

In più, la somma totale può essere rateizzata fino a diciotto rate. Queste possono essere pagate dal 2024 fino al 2027. Di conseguenza, i soggetti che decideranno di utilizzare tale formula potrebbero avere due vantaggi, il primo è relativo al risparmio sulle cartelle ed il secondo riguarda la quiescenza che risulterebbe quindi aumentata.

Cartelle esattoriali e pensione: quali sono i vantaggi per chi non percepisce già la quiescenza?

A proposito di cartelle esattoriali, secondo il decreto, cosa potrebbe accadere in caso di un mancato pagamento? Ecco cosa c’è da sapere a riguardo.

Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, se, come visto, coloro che già percepiscono la quiescenza potrebbero essere avvantaggiati da tale meccanismo, quelli che ancora non sono in pensione avranno qualche vantaggio?

La risposta è si! Se si adempie al pagamento dei contributi non versati, vi sarebbe la possibilità di avvicinare la quiescenza. Di conseguenza, vi potrebbe essere la possibilità di accedere alla pensione a quarantadue anni e dieci mesi oppure a vent’anni con la quiescenza di vecchiaia.

Di conseguenza, il decreto in questione, risulta essere fondamentale per comprendere anche i vantaggi che si potrebbero avere sulla pensione.

Chiaramente, per tutti i dubbi rispetto alla propria situazione è importante rivolgersi ad un esperto in materia che sicuramente saprà valutare i singoli casi.

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