ISEE e nucleo familiare, quando si può (e quando no) risultare soggetti unici rispetto agli altri componenti

ISEE e nucleo familiare vanno sempre “a braccetto” ma esistono delle eccezioni. Scopriamo quando è obbligatorio e quando no far parte della “famiglia”.

L’ISEE è un documento importantissimo che serve ad attestare il benessere economico di un nucleo familiare. Ma cosa si intende, per davvero, quando si parla di “famiglia”? La risposta non è scontata.

ISEE e nucleo familiare
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Quando si vanno a fornire tutti i dati per creare l’ISEE vengono richiesti molti documenti. Potrebbe sembrare scontato dichiarare la propria residenza, il vincolo di matrimonio in atto, la presenza di figli (maggiorenni o minorenni) e cose del genere. Ma la “famiglia tipo” non è quella che l’INPS deve esclusivamente andare a valutare.

Possono sussistere, infatti, diversi tipi di situazione “familiare”, che vanno a incidere – o al contrario a inficiare – sui parametri presi in considerazione dallì’INPS per stabilire il benessere economico di quello che si definisce un “nucleo”.

Cerchiamo allora di capire quando un soggetto può aderire al nucleo per fare l’ISEE ma soprattutto se un cittadino può chiedere l’elaborazione di un ISEE singolo anche se vive insieme ad altre persone.

ISEE e nucleo familiare, quando è possibile presentare la domanda singolarmente

Partiamo dal fatto che compilare l’ISEE (indicazione della situazione economica equivalente) è una possibilità che serve ai cittadini a ricevere eventuali bonus, agevolazioni o sconti in bolletta, ma anche per far decretare dall’INPS l’importo spettante per l’Assegno Unico, ovviamente s ci sono figli in famiglia. La situazione economica, una volta elencati tutti i dati richiesti, servirà da parametro per l’rogazione, o meno, di tutti quegli strumenti attualmente esistenti a supporto della famiglia.

Già, ma cosa significa esattamente “famiglia” in fatto di ISEE? La risposta potrebbe sembrare scontata: marito, moglie e figli. Ma non è sempre così semplice. Negli ultimi anni le usanze sono cambiate e anche la Legge ha dovuto adeguarsi ai nuovi “costumi”.

Per fare un esempio pratico, due persone che hanno una relazione affettiva stabile possono essere considerate parte del nucleo familiare anche senza aver contratto il matrimonio.

Ecco che l’INPS va a contemplare tutte le casistiche al fine di erogare gli eventuali benefit spettanti. infatti ai fini ISEE, quando si parla di “composizione del nucleo familiare” vale la famiglia anagrafica, che secondo l’articolo 4 del Dpr 223/1989 è composta da:

  • un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, (o unione civile), parentela, affinità, adozione, tutela; o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.

Mettiamo però il caso che una persona vada a convivere con altre nello stesso edificio, ma non abbia legami affettivi (ad esempio gruppi di amici-studenti); secondo le specifiche INPS, infatti,

la convivenza è condizione necessaria, ma non sufficiente per far parte della stessa famiglia anagrafica.

La nota Istat 5327 del 1995 infine, prevede che “l’esistenza dei vincoli affettivi sia autocertificata all’anagrafe“. Di conseguenza se le persone indicano chiaramente in fase di cambio di residenza che non vi è alcun vincolo affettivo possono fare la certificazione ISEE come singolo soggetto, e dunque ottenere i bonus eventualmente spettanti.

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