Pensione: ecco perché è importante sapere a quanto ammonta per non farsi trovare impreparati

La pensione è una prestazione economica mensile alimentata dai contributi dei lavoratori. È l’INPS che la eroga dopo un periodo lavorativo.

Però anche se si è giovani e abbiamo appena iniziato a lavorare è importante sapere a quanto ammonterà la pensione anche per garantirsi un miglior tenere di vita.

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Il periodo della pensione è un tempo prezioso da utilizzare per dedicarsi alla propria famiglia, ai propri interessi o per conoscere nuove cose. Il pensionamento però non libero da preoccupazioni. Anzi, queste aumentano con l’aumentare dell’età. Quindi, i pensionati possono trovarsi ad avere spese impreviste ed è bene contare e gestire i risparmi con equilibrio.

L’importanza di investire sulla pensione oggi come in futuro

Capire a quanto ammonta la pensione futura è un aspetto molto importante. Il motivo è semplice: non farsi trovare impreparati dalle avversità della vita. Quindi, anche se si è giovani e ottenuto da poco un lavoro è bene effettuare una simulazione della situazione. In seguito, si potrà decidere se aggiungere pensione integrativa per affrontare il periodo con meno ansie e preoccupazioni.

È l’Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) a mettere a disposizione dei cittadini un simulatore chiamato “La mia pensione futura”. Il calcolo si basa sulla normativa in vigore e su alcuni elementi essenziali quali: età, iter lavorativo, retribuzione, reddito. Fare il calcolo con un simulatore è molto semplice. Bisogna inserire i dati e il risultato riporterà presumibilmente l’età della pensione e il suo importo.

Facciamo un esempio pratico. Carlo, nato nel 1984, lavora dal 2011 come dipendente in una azienda privata e ha un reddito attuale di 31mila euro annui. Il simulatore si baserà sul reddito futuro con una crescita stimata al 2%. Quindi, con i dati inseriti Carlo andrà in pensione a 66 anni e 8 mesi di età. L’importo coprirà il 71% del suo ultimo reddito che, però, cambia con il cambiare dell’età. Infatti, se Carlo fosse nato nel 1964 e avesse iniziato a lavorare nel 1990 con un reddito di 65mila euro annui andrebbe in pensione nel 2032 a 67 anni: 31% in meno rispetto al suo reddito da lavoratore.

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Perché è importante integrare l’importo

Conoscere l’importo futuro della pensione serve, come detto in precedenza, a capire se è necessario ottenerne una integrativa. Questa servirà a colmare il divario previdenziale con quella pubblica. Non è mai troppo tardi aprire, per esempio, un fondo pensione che permette di investire poco denaro ogni mese per ottenere un’altra entrata. La cifra da accantonare all’inizio può essere anche bassa perché non incide sull’importo di quella integrativa.

Infatti, ritornando al primo esempio, Carlo nato nel 1984 deve colmare un divario previdenziale del 29%. In pratica, l’importo del cedolino sarà di 926 euro in meno ogni mese. Se Carlo versasse in un fondo integrativo 100 euro mensili e anche il TFR potrebbe ridurre il divario previdenziale del 15% e contare su una pensione integrativa di 6.162 euro annui (ovvero, 513 euro al mese). Inoltre, ricordiamo che questa fino a un massimo di 5.164,57 euro offre anche il vantaggio della deducibilità fiscale dei contributi versati annualmente nel fondo pensione.

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