Condono 2023: quali comuni perdoneranno l’IMU non pagata?

I progetti del governo per un ampio condono fiscale nella manovra per il 2023 sono stati fermati dai pochi fondi disponibili.

La versione approvata del testo finale perdona soltanto poche multe e per importi per lo più molto piccoli, interessando così soltanto chi non ha pagato multe o piccole tasse.

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Il problema di questa misura è che la maggioranza di queste sanzioni, perdonate dallo Stato, non sono incassate dal governo centrale. Sono infatti soprattutto i comuni a comminare queste sanzioni e quindi a beneficiare del gettito. Dopo molte proteste, i comuni italiani hanno ottenuto la possibilità di scegliere se applicare o no la norma, in base alle proprie necessità di bilancio.

Condono 2023, come funziona la pace fiscale

Una delle principali iniziative che la maggioranza di centrodestra aveva promesso in campagna elettorale era una qualche sorta di condono fiscale. Negli anni queste misure hanno assunto diversi nomi: rottamazione delle cartelle, pace fiscale, ma la sostanza rimane la stessa. Si stabiliscono dei parametri entro i quali le cartelle esattoriali non pagate vengono o perdonate del tutto, oppure fortemente scontate.

L’obiettivo di queste misure è duplice. Il primo, in caso le cartelle siano soltanto scontate, è quello di recuperare almeno una parte dei crediti che lo Stato può vantare nei confronti di chi non ha pagato le tasse. Il secondo, che si applica invece in tutti i casi, è quello di liberare gli archivi dell’Agenzia delle Entrate in modo che il sistema possa funzionare in maniera più efficiente in futuro.

Le proposte iniziali parlavano di un condono molto ampio, che avrebbe in qualche modo incluso molte delle cartelle sotto i 2000 o i 3000 euro. Infine però il governo ha dovuto fare i conti con i pochi fondi disponibili. Si è deciso di perdonare totalmente solo le cartelle sotto i 1000 euro risalenti agli anni tra il 2000 e il 2015.

La rivolta dei comuni: dove non si dovrà restituire l’IMU?

Il problema di questa norma è che buona parte di queste cartelle riguarda multe stradali o piccole imposte, come l’IMU. Si tratta di tasse che vanno a riempire le casse dei comuni, già di per sé piuttosto dissestate in molti casi. Dopo una protesta dell’ANCI, l’associazione dei comuni, il governo ha deciso di dare la possibilità ai singoli comuni di decidere se perdonare o no queste tasse.

Così da città a città la situazione potrebbe cambiare radicalmente: dove verranno perdonate quindi IMU e multe non pagate? Lo si saprà esattamente soltanto il 31 gennaio, data entro la quale tutti i comuni dovranno decidere se accettare o rifiutare la norma. Si può però capire già da ora in alcuni casi se il proprio comune è propenso o no ad accettare.

Ovviamente, se si sa che il proprio comune ha problemi di bilancio, e fatica a far quadrare i conti, difficilmente accetterà di privarsi di migliaia di euro, preziosi per la propria sopravvivenza. D’altra parte se invece il comune è ricco e non ha bisogno di recuperare i crediti dovuti, potrebbe sfruttare la norma decisa dal governo per estendere un gesto di buona volontà nei confronti dei propri cittadini. Alcune grandi città, come ad esempio Milano, hanno già fatto capire di non essere interessate, preferendo continuare a riscuotere anche le tasse non pagate in passato.

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