Esistono diverse procedure per richiedere il Rimborso IRPEF, e non solo in fase di dichiarazione dei redditi col 730.
Può capitare, soprattutto se si è lavoratori dipendenti o pensionati, di versare troppe tasse o di subire troppe trattenute. Ecco come fare richiesta di rimborso, in diverse casistiche.
Si parla di rimborso Irpef dovuto quando dai dati incrociati si evince un credito d’imposta a favore del contribuente. Succede soprattutto nel caso di lavoratori dipendenti o pensionati, ma può riguardare anche gli autonomi. Se le imposte versate (dal datore di lavoro o dall’ente che eroga la pensione) sono eccedenti, possiamo chiedere che ci vengano restituite.
In linea generale il calcolo avviene automaticamente, e l’eventuale conguaglio viene accreditato direttamente in busta paga o nell’assegno della pensione: per i lavoratori dipendenti ciò avviene entro luglio, mentre ai pensionati arriverà nel mese di agosto.
Il credito può anche essere utilizzato per pagare eventuali altre imposte, ma in quel caso è necessario utilizzare il modello F24.
Ho già presentato il 730, come faccio a chiedere il rimborso IRPEF?
Può capitare che un contribuente si accorga in ritardo di avere un credito d’imposta, ma non c’è da temere: il cittadino può sempre presentare un modello 730 integrativo. Bisogna però effettuare la procedura entro il 25 ottobre dell’anno di riferimento. In caso contrario si dovrà compilare il modello Redditi.
C’è un’altra buona notizia: il contribuente può chiedere il rimborso Irpef “presentando una dichiarazione integrativa dei redditi, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui era stata presentata la dichiarazione originaria“. Il cittadino dovrà inserire i dati richiesti nel riquadro RX e ottenere il rimborso oppure scegliere di usare la cifra spettante come credito d’imposta per la dichiarazione dei redditi successiva, o chiedere il rimborso l’anno seguente, sempre in fase di dichiarazione dei redditi.
Come fare la richiesta di rimborso tramite l’Agenzia delle Entrate
Se il contribuente non riesce a compilare i moduli specifici in autonomia, può fare istanza presso l’Agenzia delle Entrate. Anche in questo caso il cittadino può accedere al suo cassetto fiscale telematico, tramite SPID o CIE, ma si può anche presentare la domanda presso uno sportello fisico dell’Agenzia delle Entrate oppure inviare raccomandata cartacea/PEC all’ufficio della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate del luogo in cui si ha il domicilio fiscale.
Fondamentale è, in ogni caso, fornire tutta la documentazione necessaria. Nel modulo dell’Agenzia delle Entrate infatti dovremo specificare – oltre ai dati anagrafici – l’esatto importo che pensiamo di dover ricevere, indicando l’anno di imposta; tutte le ricevute dei versamenti ritenuti pagati in eccesso, o la prova delle ritenute eccessive effettuate dal sostituto d’imposta; le motivazioni per cui si chiede il rimborso (esempio: errore doppio pagamento – in questo caso vanno inviate tutte le ricevute); infine, l’IBAN del conto corrente dove vogliamo ricevere il rimborso.
Come sapere se la richiesta è stata accettata?
Una volta che l’Ente preposto ha ricevuto tutta la documentazione e la domanda, elaborerà i dati e anche una risposta, che non sempre è positiva. Se ad esempio non riceviamo alcuna comunicazione entro 90 giorni dalla presentazione, significa che la domanda non è stata accolta. È altresì possibile che la risposta negativa arrivi a mezzo posta. In tutti i casi, il contribuente può fare ricorso e tentare di ottenere ciò che reputa a suo credito.