Occhio ai debiti e alle relative richieste di pagamento: chi tace acconsente? Meglio fare chiarezza per vedere come funziona.
Nel caso in cui non si risponda alla richiesta di pagamento di un debito cosa succede? Si deve necessariamente fornire una risposta oppure no? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Siamo ormai giunti al secondo mese del 2023 e ancora ci ritroviamo a dover fare i conti con gli strascichi dell’anno passato. In particolare sono in molti a riscontrare, purtroppo, delle serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Questo per via dei vari elementi, come l’aumento generale dei prezzi, che pesano sulle nostre tasche.
A peggiorare la situazione il timore di possibili ripercussioni a causa di alcuni debiti pregressi. Proprio soffermandosi su quest’ultimi sono in molti a chiedersi cosa si rischia nel caso in cui non si risponda alla richiesta di pagamento di un debito. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Debiti, attenti alle richieste di pagamento: chi tace acconsente? Ecco tutto quello che c’è da sapere
Cosa succede nel caso in cui non si risponda alla richiesta di pagamento di un debito? Si deve necessariamente fornire una risposta oppure no? Ebbene, in linea generale è possibile affermare che un debitore non ha alcun obbligo di rispondere ad una richiesta di pagamento.
In base alla normativa vigente, infatti, non vi è alcun obbligo ad ammettere o contestare un debito. Proprio per questo motivo, il silenzio non può essere considerato come una tacita ammissione del debito. Diverso, invece, il caso in cui il debitore risponda a tale richiesta chiedendo una dilazione del pagamento oppure uno sconto.
In tal caso, infatti, si tratta di una tacita ammissione del debito. Stesso discorso, ovviamente, risulta valido nel caso in cui il debitore paghi solo una parte del debito, senza fare alcuna contestazione. Nel caso in cui vi siano i presupposti, comunque, si consiglia di contestare le eventuali pretese da parte del creditore.
Questo perché nel caso in cui si finisca in tribunale, il giudice può tenere conto del comportamento del debitore. In particolare potrebbe considerare pretestuoso ogni forma di contestazione solo una volta giunti ad un procedimento processuale. Il tutto fermo restando il fatto che, se non si risponde ad una richiesta di pagamento, il giudice non può considerare tale silenzio come una forma di tacito riconoscimento del debito.