Fare la spesa al giorno d’oggi è diventato praticamente impossibile. Gli italiani, purtroppo, lo hanno compreso fin troppo bene.
La spesa quotidiana è diventata ormai un incubo per i consumatori italiani. L’impennata folle dei prezzi di qualsiasi articolo oggi in commercio mette chiaramente a dura prova le tasche dei cittadini. Da molti mesi, ormai, l’andamento di questo speciale dato non fa che risultare instabile e di conseguenza gli stessi consumatori sono costretti a fare di necessità virtù e regolarsi quindi di conseguenza. La platea degli articoli i cui prezzi sono vistosamente aumentati è ormai diventata foltissima.
Da troppi mesi ormai, cosi come si diceva, i prezzi di quasi tutti gli articoli mediamente presenti nei supermercati italiani e non solo, sono di fatto aumentati a dismisura. Nel complesso la spesa media mensile, gli stessi articoli insomma, costa a ogni famiglia molti euro in più rispetto a ciò che succedeva, per esempio circa un anno fa. Il cittadino ha chiaramente bisogno di acquistare determinati beni per il proprio quotidiano e di conseguenza è costretto a sottostare in un modo o nell’altro alla specifica e cruda dinamica.
Quello che però spesso si nota, o almeno ciò che notano gli stessi consumatori è che ci sono alcuni prodotti per i quali è impossibile provvedere a tecniche di risparmio particolari. Alcuni articoli infatti, sono assolutamente indispensabili e non si trovano a prezzi diversi da negozio a negozio, per intenderci. Di conseguenza quegli stesi articoli devono per forza di cose essere acquistati. In un certo senso oggi, il cittadino subisce le follie del mercato, le subisce senza poter minimamente reagire.
Il tutto, quindi, porta ad una conclusione più che mai scontata. Gli italiani in questa fase non possono che assistere inermi a ciò che succede intorno a loro. Sono consapevoli di ciò che accade e di conseguenza non possono fare altro che determinare, per lo meno, quelli che sono i prodotti che maggiormente incidono sul bilancio mensile di una famiglia media, ma anche chiaramente su quello di un singolo cittadino. La lista di tali prodotti non è poi tanto breve.
In linea di massima la riflessione in questione non riguarda propriamente soltanto i beni di natura alimentare, anzi. Sono tantissimi i prodotti, per l’appunto, acquistabili in ogni contesto situazione sui quali gravano una serie di elementi, di fattori che nell’ultimo periodo hanno contribuito all’impennata dei prezzi. Pensiamo alla reperibilità degli stessi prodotti, ai costi che comportano per la propria gestione, per cosi dire. Il discorso insomma è abbastanza complesso.
Terrore spesa, impennata dei prezzi: queste le cinque cose che paghiamo di più
Chiaramente tra i fattori elencati in precedenza c’è da aggiungerci anche quello squisitamente fiscale, prendiamo le tasse, per esempio. Aliquote che variano a seconda della tipologia di prodotto che vanno ad incidere incredibilmente sul prezzo attraverso il quale lo stesso prodotto arriva al consumatore finale. Il caso del carburante è il più specifico di tutti con molta probabilità. Un impatto complessivo di circa il 60%.
A questo punto andremo a prendere in considerazione cinque diversi prodotti, di categorie ben distinte che grazie a quella serie di fattori elencati vanno a rappresentare la rosa dei più “pagati” in assoluto. Il caffè, soltanto sette grammi in grani macinati, una quantità che potremo definire standard. Iva al 22% sulle singole confezioni, 10% sulla classica tazzina al bar. Il tartufo, alimento prelibato e ricercato, lo Stato definisce tale prodotto in modo assolutamente indipendente, per cosi dire. Iva al 5%. Salvia e rosmarino, Iva al 10%.
Alimenti per animali, in genere, con una tassazione paragonabile a quella assegnata ai beni di lusso, parliamo del 22%. Per dire, se l’animale domestico in questione mangiasse cibo preparato in casa si andrebbe verso un Iva al 10%. Le ossa, tipicamente da sgranocchiare? Aliquote diverse a seconda di dove si acquistano, negozio specializzato o macelleria. I pannolini? Tassati al 22%, un incubo insomma per tutti i genitori italiani. Se lo stesso prodotto, fosse poi destinato ad anziani o all’igiene intima femminile l’Iva passerebbe al 5%.
L’Iva alla massima aliquota riguarda poi altri specifici beni. Tra questi, dentifrici, saponi e gas naturale. Il prezzo di un singolo prodotto, insomma, può essere determinato da specifici fattori non sempre chiari, a dire il vero. Ciò che è certo è che il tutto, incide in modo altrettanto determinante sul bilancio periodico dei consumatori italiani.