Sempre più persone fanno ricorso alla cessione del quinto dello stipendio per ottenere piccoli finanziamenti. Ecco una piccola guida per capire come funziona e come è possibile accedere a questa formula di prestito.
Per far fronte a spese improvvise o alla necessità di piccoli finanziamenti per effettuare acquisti importanti, sempre più cittadini fanno ricorso alla cessione del quinto dello stipendio. Ma in cosa consiste questa forma di prestito che solitamente viene destinata a lavoratori dipendenti e pensionati e come fare per ottenerla in tempi rapidi?
COME FUNZIONA LA CESSIONE DEL QUINTO
Il finanziamento avviene tramite una trattenuta di una parte dello stipendio direttamente dalla busta paga con una rateizzazione mensile che può essere, per l’appunto, al massimo di un quinto dello stipendio che si riceve. Per fare un esempio, se si ricevono 1.500 euro netti al mese, la cifra trattenuta sarà dunque di 300 euro mensili. La rateizzazione di questo debito può essere compresa tra i 24 e un massimo di 120 mesi e il pagamento avviene in automatico quando il datore di lavoro versa il bonifico presso la banca o la finanziaria a cui si è chiesto il prestito.
La cessione del quinto dello stipendio non richiede di dover specificare per quale motivo si richiede il prestito e in caso di decesso del contraente è concessa una polizza a favore dell’ente erogatore. La durata massima è di 10 anni, appunto 120 rate, ma è possibile chiedere una ammortamento da parte dell’ente creditizio.
Ci sono però dei contro a questa formula di prestito, non è possibile accedervi per coloro che non hanno uno stipendio fisso né è possibile richiedere un anticipo sul Trattamento di fine rapporto (TFR) per tutta la durata della cessione del quinto in quanto questo serve a garanzia per l’ente creditizio.
CHI PUO’ RICHIEDERLO
Come detto in precedenza, alla cessione del quinto possono accedere i lavoratori dipendenti che abbiano ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato, i pensionati INPS ed ex INPDAP che percepiscano una pensione superiore all’importo minimo fissato dalla legge. Sono quindi esclusi imprenditori, artigiani e liberi professionisti anche se hanno entrate nette mensili superiori e quelle concesse ai lavoratori dipendenti e pensionati, in quanto manca un elemento fondante, ovvero proprio lo stipendio da cui detrarre alla fonte la rata del debito.