L’isola della morte ha una storia piuttosto particolare ed è stata al centro di numerosi avvenimenti inquietanti accaduti negli ultimi dieci anni
Cerchiamo di scoprire di più su questo lembo di terra dall’aspetto paradisiaco che sembra essere uscito da una moderna serie televisiva.
Nel mondo esistono posti decisamente incredibili che hanno in serbo delle storie non propriamente tranquille. Tra questi c’è la Thailandia che ogni anno accoglie milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.
La capitale Bangkok è sicuramente uno dei centri di maggiore interessa anche per via della sua fama di città caotica. Ma il paese ha tanto altro da offrire a partire dai templi buddisti arrivando alle foreste tropicali e naturalmente alle isole.
Isola della morte: la vera storia di Ko Tao luogo di numerosi episodi tragici
Proprio queste ultime sono un fiore all’occhiello con le loro spiagge incontaminate e le numerose attività ricreative. Non sempre però queste isole rappresentano dei veri e propri paradisi. Anzi, alle volte possono rivelarsi degli autentici luoghi di terrore come nel caso dell’isola di Ko Tao (letteralmente l’isola della tartaruga).
Situata a circa un’ora di traghetto da Ko Phangan (l’isola dei full moon party) la piccola isoletta consente di poter praticare scuba diving e di potersi divertire nei numerosi locali notturni. Con soli 21 km quadrati di superficie si presta come posto con distanze a portata di tutti.
Fino a qui tutto molto bello ed entusiasmante. Consultando le recensioni presenti sul web però sono numerosi i messaggi che lasciano un alone di inquietudine sull’isola di Ko Tao. Racconti degni delle migliori serie tv horror e crime.
Infatti a partire dal 2012 sull’isola sono morti numerosi turisti stranieri, la maggior parte di loro di origine britannica. Il tutto in circostanze misteriose e mai realmente chiarite. Molteplici i sospetti di una gestione inadeguata e di insabbiamenti da parte della polizia del posto.
Nonostante ciò le voci hanno fatto giro del mondo. Ciò ha contribuito all’ideazione da parte dei tabloid inglese di un appellativo non propriamente edificante, ovvero quello di “isola della morte”.
In tanti nel corso di questa decade hanno additato le autorità thailandesi di non aver condotto le indagini nel modo giusto e di aver addirittura protetto i reali colpevoli. Una delle ipotesi più battute è quella secondo cui dietro le morti sospette ci sia una potente famiglia locale che avrebbe il controllo dell’isola e che avrebbe influenzato il lavoro delle forze dell’ordine.