Viste le novità introdotte dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS potremmo chiederci quanto costa fare la dichiarazione dei redditi.
Pensiamo al classico 730, il documento che devono presentare lavoratori dipendenti o chi ha maturato redditi da terreni/fabbricati/capitale, oppure al Modello Unico, obbligo che spetta agli autonomi: quanto costa inviare le dichiarazioni? Ecco le differenze tra commercialista e Caf e come fare a risparmiare.
Come possiamo ben immaginare i prezzi possono variare tantissimo, non solo a seguito del professionista scelto, ma anche dalle varie tariffe regionali o comunali, e naturalmente dalla complessità della documentazione lavorata. Le opzioni disponibili per i lavoratori sono diverse, ovvero: Caf, Commercialista, Patronato e la precompilata.
Tra le novità dell’INPS infatti ricordiamo che in questo anno è possibile effettuare le operazioni in autonomia, e anche elaborare l’ISEE e l’ISEE corrente totalmente da remoto. Va da sé che non tutti possono usare questa opzione, anche solo per il timore di sbagliare.
Se decidiamo di rivolgerci ad uno studio di commercialisti per far elaborare il 730 o il Modello Unico, non dovremo far altro che consegnare tutta la documentazione e attendere che il professionista faccia tutto al posto nostro.
Le tariffe sono davvero anche molto diverse tra loro, dunque per risparmiare dovremmo farci fare qualche preventivo, in modo da non ricevere sorprese. D’altronde il lavoro si paga, ed è giusto così, ma non tutti desiderano o possono permettersi parcelle che vanno dal centinaio di euro e possono arrivare anche a più di 500.
Se vogliamo spendere un po’ meno dovremo rivolgerci ad un Caf, anche se spesso e volentieri ci troveremo di fronte a code chilometriche. Una volta iniziata la pratica però potremo stare abbastanza tranquilli. In linea generale al Caf si parte dai 40 euro e non si spendono più di 80 euro, e in alcuni casi anche molto meno. Ad esempio se forniamo agli operatori i documenti già compilati o se viviamo in piccoli centri urbani.
Lo stesso discorso si applica al Patronato, presso il quale si spendono poche decine di euro. L’unica differenza rispetto al Caf è che per ottenere i servizi potremmo dover sottoscrivere una tessera oppure appartenere a determinate categorie di lavoratori.
La risposta a questa domanda è, fortunatamente, sì. Se non abbiamo situazioni economiche complesse, o se siamo liberi professionisti a titolo forfettario o con entrate non molto importanti, possiamo sfruttare i mezzi telematici offerti dall’Agenzia delle Entrate.
Nei siti ufficiali, accedendo con lo SPID, possiamo usare i modelli precompilati, ed esistono istruzioni generalmente chiare da seguire per tutti.
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