Per ricevere la pensione di invalidità bisogna calcolare l’impatto che la condizione fisica penalizzante ha sull’individuo.
La legge italiana predispone un parametro percentuale dal quale dipende non solo l’erogazione della pensione, ma anche la sua entità.
Un cambiamento di pochi punti può determinare la differenza tra un assegno importante o un contributo minimo, oppure la possibilità o meno di incassarlo in toto. Esistono molti casi specifici previsti dalla normativa, che si adattano ai vari scenari che una patologia invalidante può comportare. Esistono poi formule specifiche che permettono di calcolare i parametri di disabilità tenendo conto di diverse variabili che possono influenzare la capacità di svolgere un’attività lavorativa o anche le più semplici operazioni quotidiane.
L’invalidità civile è il parametro che lo Stato italiano utilizza per calcolare la riduzione della capacità lavorativa di una persona a seguito di una condizione fisica. In base ad essa viene assegnata la pensione di invalidità, che permette al malato di continuare a fare una vita dignitosa dal punto di vista economico nonostante la propria condizione. Questo parametro viene espresso in punti percentuali, e per essere considerati invalidi bisogna avere un punteggio di almeno il 34%.
Per calcolare questa percentuale si fa uso delle tabelle ministeriali. In questi documenti sono elencate tutte le patologie e le condizioni che lo Stato ritene possano ridurre la capacità lavorativa di una persona. Ad esse è assegnato un punteggio di invalidità, che di solito varia in minima percentuale a seconda della gravità della situazione medica.
In caso quindi si sia affetti da un’unica patologia o si soffra di una sola condizione, il calcolo dell’invalidità è molto semplice. È infatti sufficiente controllare nelle tabelle ministeriali la propria malattia e controllare quale sia la percentuale ad essa legata. Per ottenere lo stato di invalidità civile bisogna comunque recarsi ad una visita medica, dove un dottore dell’INPS procederà a valutare la condizione clinica.
Non sempre però gli scenari sono semplicemente riconducibili ad una singola patologia o condizione. Succede che una persona possa soffrire di diverse patologie, spesso collegate, che peggiorano quindi il quadro clinico. Si parla di patologie coesistenti quando riguardano organi collegati. Si parla di patologie concorrenti quando riguardano il medesimo organo. Queste due condizioni hanno ognuna una formula matematica diversa per calcolare l’invalidità.
Nel primo caso si utilizza la formula Balhazard. Bisogna prima di tutto sommare i valori delle patologie coesistenti, in decimi. Se una patologia avrà nelle tabelle ministeriali assegnato il 50% di invalidità e l’altra il 70%, i due valori da utilizzare saranno 0,5 e 0,7. Una volta sommati questi numeri, va quindi sottratto loro il prodotto dei due valori. Nell’esempio appena fornito 0,5 + 0,7 = 1,2; 0,5 X 0,7 = 0,35. Il punteggio finale di 0,85, quindi di un’invalidità del 85%, si ottiene sottraendo 0,35 a 1,2.
Nel caso invece si parli di patologie concorrenti, la formula è più semplice. Si prende il punteggio ottenuto con la formula Balhazard, nel nostro esempio 0,85. Si tiene poi in considerazione la somma del punteggio delle patologie, l’1,2 ottenuto in precedenza. A quel punto i due numeri vanno sommati per poi essere divisi per due. In questo modo si ottiene il punteggio di invalidità. Questa formula è detta Salomonica, ed è usata raramente dato che le patologie concorrenti sono spesso indicate direttamente nelle tabelle ministeriali.
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