Londra: una città meravigliosa, meta di milioni di turisti da tutto il mondo. Ma dopo la Brexit sono cambiate un bel po’ di cose.
Parliamo soprattutto dei documenti necessari per poter mettere piede nel Regno Unito. Ecco quali ci servono per entrare Oltremanica senza rischiare di vederci rispedire indietro.
Londra: una delle mete predilette da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. Arrivare nella capitale del Regno Unito non è difficile. Ma dopo la Brexit è bene sapere che le regole sono cambiate. I documenti necessari per mettersi in viaggio e entrare nel Paese della Union Jack non sono più quelli che bastavano in tempo.
Un effetto dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Vediamo dunque quali documenti ci servono per entrare nel Paese.
La Brexit a fine gennaio 2020 ha segnato l’inizio di un periodo prorogabile durante il quale avrebbero potuto applicarsi anche al Regno Unito gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione Europea. Ma col 1° gennaio 2021 questi accordi non sono stati ritenuti validi e al loro posto sono subentrati una serie di nuovi accordi tra le parti, negoziati prevalentemente con Londra.
Gli accordi furono in totale sette e prevedevano un’intesa su:
La Brexit, come noto, ha causato incertezza e tensioni tra Regno Unito e il resto dei Paesi europei. In primo luogo perché è stato il primo strappo del genere, arrivato oltretutto da uno dei Paesi più rilevanti anche sul piano geopolitico.
Altri punti di frizione tra britannici e europei ci sono stati sulla questione dei vaccini (con Astrazeneca che ha continuato a fornire il Regno Unito senza tenere in conto gli accordi bilaterali), sulle barriere doganali imposte sulle esportazioni. Col risultato, in questo ultimo caso, che solo nel 2021 le esportazioni britanniche sono crollate del 75% rispetto all’anno precedente. Anche le importazioni dall’Europa al Regno Unito ne hanno risentito, passando dai precedenti 19,1 miliardi a soli 12,7 miliardi.
A rimetterci di più sono state le piccole imprese, mentre le multinazionali hanno retto molto meglio il colpo essendo già preparate a gestire la cosa al di fuori dei confini dell’Eurozona.
Inutile dire che anche il settore dei trasporti è stato toccato dalle conseguenze negative della Brexit. Primo fra tutti il settore del trasporto aereo, che ha assistito a un notevole rincaro del prezzo dei biglietti e al calo del traffico. Due effetti della svalutazione della sterlina e del corrispondente aumento del costo del carburante.
A complicare ulteriormente le cose c’è poi la questione dei documenti necessari per recarsi nella terra di Shakespeare. Un problema spesso sottovalutato da molti turisti. Ecco dunque quali documenti servono per entrare nel Regno Unito senza rischiare di essere rispediti indietro.
Chi vuole entrare nel Regno Unito come turista deve avere assolutamente:
Invece chi vuole entrare nel Paese per motivi di lavoro, di studio o di permanenza ha bisogno di questi documenti:
Il passaporto serve a semplificare le cose nel caso in cui vi capitasse di smarrire la carta d’identità. Avere il passaporto vi eviterà interminabili code al consolato italiano per presentare una dichiarazione di smarrimento o furto compilata in ogni sua parte.
Con la pandemia che sembra aver rallentato la sua corsa sono cadute, come sappiamo molto bene, anche gran parte delle restrizioni imposte per contenere i contagi. Detto questo, per entrare nel Regno Unito non possiamo non affrontare anche il lato sanitario della cosa. Vale a dire quello relativo a tamponi e green pass. Servono ancora per viaggiare Oltremanica? E se non dovessimo averli con noi e ci servissero, cosa potremmo fare?
Prima di tutto, niente paura. Dal 18 marzo dell’anno scorso le autorità britanniche hanno tolto ogni restrizione sugli arrivi nel Paese. Dunque non serve più sottoporsi a test prima di partire. Non serve più neanche compilare il Passenger Location Form (PLF), né da parte di chi ha completato il ciclo vaccinale né da parte di chi non è vaccinato.
Possiamo senz’altro chiedere il riconoscimento delle certificazioni vaccinali italiane e chi è residente fisso nel Regno Unito gode della protezione sanitaria gratuita allo stesso modo di ogni altro cittadino britannico. In caso di emergenza la protezione si estende anche a chi si trova momentaneamente sul suolo britannico. Una volta messo piede in UK, però non servirà più la mascherina né sarà chiesto il green pass per entrare nei locali. Insomma, a Londra, al di là dei documenti di riconoscimento, per muoversi serve come prima cosa una buona dose di buonsenso civico.
Archiviata la parte burocratica, vediamo cosa può essere utile portare con sé per una vacanza londinese. In realtà, essendo Londra una delle città più cosmopolite, oltre che una meta molto comune per i viaggi anche di breve durata o perfino solo per un fine settimana, non occorre portarsi dietro un bagaglio enorme con tutto l’occorrente.
Generalmente è sufficiente avere con sé un anche solo un trolley da cappelliera o un bagaglio a mano dove mettere dentro l’essenziale, cioè:
Un’altra cosa che è bene portarsi dietro a Londra è l’adattatore. Un consiglio che diamo perché le prese inglesi hanno sì lo stesso voltaggio di quelle italiane, ma con un’entrata delle spine del tutto differente da quella italiana. Le prese britanniche hanno tre contatti con una sezione rettangolare. In più la maggior parte delle prese made in UK sono munite anche di un fusibile che protegge i dispositivi da potenziali cortocircuiti. Per non parlare dei bagni dove la cosa si fa ancora più complicata, rendendo oltremodo difficoltoso collegare phon o stufette elettriche.
L’adattatore britannico dunque é un must-have se non volete trovarvi a mal partito. Fondamentale è però scegliere l’adattatore giusto. Occorre fare attenzione soprattutto alla forma del fusibile. Se è a 1,5 potremo collegare soltanto i dispositivi che consumano al massimo 330W (come il telefono o il caricabatterie del computer). Non potremo collegare invece dispositivi a consumo elevato. L’adattatore che potrebbe fare al caso nostro – il migliore oltre che il più economico sul mercato – è quello universale. Funziona anche in ogni altro Paese al mondo ed è fornito di porte USB extra che ci permettono di caricare quello che vogliamo.
Si tratta di un dispositivo molto piccolo e leggero, con un fusibile interno in grado di proteggere i dispositivi elettrici dalle tensioni. Su Amazon si può trovare a un prezzo ridotto di 14,99 euro.
In caso contrario potremo puntare su un adattatore ancor più economico (però con minori funzionalità), scegliendo quello al quale si deve necessariamente collegare un convertitore italiano. Sempre su Amazon, si trova a un costo di 5 euro.
Infine, se non conoscete una parola di inglese potete cercare di bypassare il problema scaricando sul cellulare l’app Babbel, che ci indica le frasi principali (tipo chiedere l’ora, un’indicazione stradale, aiuto in caso di bisogno, ecc.) in pochi minuti.
Che dire ancora? Have a nice trip!
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