Occhio alle percentuali di invalidità civile perché in base al valore di quest’ultime si avrà diritto ad agevolazioni di diverso tipo. Ecco di quali si tratta.
In base alla percentuale di invalidità civile riconosciuta si ha diritto a diversi tipi di agevolazioni. Ma in cosa consistono? Entriamo quindi nei dettagli per vedere tutto quello che c’è da sapere in merito.
Siamo ormai giunti quasi alla fine di febbraio, ma ancora ci ritroviamo purtroppo a dover fare i conti con gli strascichi dell’anno passato. Ne è un chiaro esempio l’aumento dei prezzi che pesa inevitabilmente sulle tasche delle famiglie. Riuscire ad arrivare alla fine del mese risulta per molti sempre più difficile.
Per questo motivo è importante sapere se si ha diritto o meno a delle agevolazioni. Proprio in tale ambito, ad esempio, è bene ricordare che a seconda della percentuale di invalidità civile riconosciuta si ha diritto a vari tipi di agevolazioni. Ma di quali si tratta? Ecco in cosa consistono.
Come già detto, a seconda delle percentuali di invalidità civile riconosciute si ha diritto a determinati tipi di agevolazioni. Entrando nei dettagli è bene sapere che fino al 33% non si ottiene il riconoscimento di invalidi e di conseguenza non è possibile beneficiare di alcuna agevolazione.
Chi si vede riconoscere una percentuale pari a minimo il 33% può avere in modo del tutto gratuito protesi e ausili inerenti la patologia riconosciuta. A partire dal 46%, inoltre, si può chiedere l’inserimento nelle liste di collocamento mirato.
Ma non solo, nel caso in cui venga riconosciuta una percentuale di invalità pari o superiore al 67% è possibile beneficiare dell’esenzione del ticket sanitario. Quest’ultimo inerente prestazioni specialistiche ambulatoriali, diagnostica strumentale e laboratorio.
Le agevolazioni, ovviamente, aumentano all’aumentare della percentuale di invalidità riconosciuta. Ad esempio in presenza di una percentuali pari o superiore al 74% è possibile andare in pensione con l’APE Sociale. Quest’ultima riconosciuta a partire dall’età di 63 anni, purché il soggetto interessato abbia maturato almeno trent’anni di contributi. Requisito contributivo che scende a 29 anni per le donne con un figlio e a 28 anni per le lavoratrici con due figli.
Sempre in presenza di una percentuale di invalidità superiore al 74%, inoltre, è possibile uscire anticipatamente dal mondo del lavoro grazie a Opzione Donna. Questa soluzione è riconosciuta alle lavoratrici con 60 anni di età e 35 anni di contributi. In alternativa, sempre soffermandosi sul requisito anagrafico, è sufficiente avere 59 anni per le donne con un figlio e 58 anni se lavoratrici con due figli.
Ma non solo, sempre in presenza di una percentuale di invalidità superiore al 74% si ha diritto a un assegno mensile di assistenza. Se viene riconosciuto uno stato di invalidità fino al 100%, inoltre, si ha diritto ad ottenere la pensione di invalidità e una indennità di accompagnamento. Quest’ultima, ricordiamo, di importo pari a 527,16 euro al mese, a prescindere dal reddito.
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