Quali sono le possibili conseguenze nel caso in cui un soggetto riscontri delle serie difficoltà a pagare delle bollette. Ecco cosa c’è da aspettarsi.
Alle prese con la crisi economica in atto, purtroppo, può capitare che alcune famiglie non riescano a sostenere i vari costi delle bollette. Una situazione indubbiamente poco piacevole, per cui si temono le relative conseguenze. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Siamo ormai giunti al secondo mese del 2023 e ancora ci ritroviamo, purtroppo, a dover fare i conti con gli strascichi dell’anno passato. Lo sanno bene le tante famiglie che a causa dell’aumento generale dei prezzi non riescono a fronteggiare le varie spese.
Alle prese con la crisi economica in corso, purtroppo, sempre più persone non riescano a sostenere i vari costi delle bollette. Una situazione poco piacevole, per cui si temono le relative conseguenze. Ma di quali si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Cosa succede a coloro che non pagano le bollette delle utenze domestiche? Ebbene, uno dei primi rischi che si corre in caso di morosità è quello di veder interrompere la fornitura di energia.
Tale distacco, comunque, è bene sottolineare non avviene immediatamente. In questo modo, infatti, si vuole offrire la possibilità al soggetto interessato di poter risolvere la situazione e saldare la propria posizione.
A tal fine il fornitore di energia provvede innanzitutto ad inviare una raccomandata o una Pec al soggetto interessato per rendere noto, in modo formale, di essere in mora. Se il destinatario della comunicazione non provvede a pagare il debito entro il termine indicato dal gestore, quest’ultimo può richiedere il distacco del contatore.
Tale operazione può aver luogo dopo tre giorni lavorativi dal termine ultimo per il pagamento, oppure quaranta giorni di calendario dalla data in cui il soggetto debitore ha ricevuto la notifica della messa in mora.
Vi sono tuttavia dei casi in cui il gestore non può staccare il contatore. Tra questi si annoverano la mancata comunicazione della costituzione in mora nei modi e nei tempi stabiliti dall’Arera; oppure se il cliente ha già effettuato il pagamento della bolletta e fornito apposita comunicazione.
Ma non solo, non può essere staccato il contatore nel caso in cui l’utente sia “non disalimentabile“, ovvero se per sopravvivere deve restare attaccato ad una macchina, oppure se si tratta, ad esempio, di un ospedale o di una scuola.
A differenza di quanto avviene con le rate di un prestito o del mutuo, in caso di mancato pagamento delle bollette di luce e gas non si finisce nell’elenco dei cattivi pagatori. Questo perché non vi è alcun registro di questo tipo. Diverso invece il discorso per quanto riguarda il mondo della telefonia dove, invece, esiste un elenco dei cattivi pagatori che si chiama Simoitel.
Quest’ultimo, come si evince dal sito, si presenta come una “banca dati condivisa tra gli operatori di telefonia, che contiene informazioni sulle morosità intenzionali, ovvero i mancati pagamenti delle fatture non dovuti a circostanze impreviste e contingenti, ma ad una precisa volontà del titolare dell’utenza“.
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