Gli annunci di lavoro, oggi più che mai sono presenti in quantità quasi industriali sul web, è un dato di fatto. Ma c’è dell’altro.
Il quotidiano di ognuno di noi è scandito senza alcun dubbio dai tempi del web. C’è chi lo utilizza per lavoro, chi per passione, altri ancora come semplice intrattenimento. Attraverso la rete, ormai, è possibile svolgere tutte quelle cose che abitualmente, almeno nei decenni passati si sbrigavano in tutt’altro modo. Si pagano bollette sul web, si vendono e acquistano oggetti, si fa la spesa, e tra le tante altre cose, si cerca anche il lavoro.
Il lavoro, certo, proprio il lavoro, magari quello dei sogni. Negli anni siti di annunci, piattaforme specifiche e assolutamente efficaci e rispettabili, per dirla in un certo modo, sono spuntate letteralmente come funghi. Il sistema è di per se molto semplice, anzi incredibilmente semplice. Tali siti web fungono da veri e propri motori di ricerca. Inserita la parole chiave riferita al lavoro cercato e la zona geografica dove lo si ricerca il gioco è fatto.
Nello specifico ci si può trovare anche di fronte a contesti web molto più professionali con una vasta scelta tra le varie offerte e la possibilità di essere in qualche modo avvisati nel momento in cui la tipologia di figura ricercata si rende disponibile. Come tutte le dinamiche che solitamente abitano il web, però, ci si può trovare di fronte a situazioni non proprio chiare, anzi in alcuni casi addirittura scomode e fastidiose. Il furbetto di turno è sempre in prima linea.
In alcuni casi, per esempio, cosi come qualsiasi utente che almeno una volta nella vita ha cercato lavoro su internet può dichiarare, ci si trova di fronte a veri e propri annunci truffa. Il gioco è molto semplice. Si ricercano, per dire, operatori telefonici, uno dei lavori maggiormente flessibili e detestati in assoluto, ma nell’annuncio si scrive che si ricerca un responsabile delle vendite che funga da tramite tra azienda e cliente. Chi cerca lavoro magari invia il proprio curriculum ma poi scopre il trucchetto e decide se accettare o meno.
In questo caso, l’azienda che ricerca operatori telefonici ha utilizzato un escamotage sleale, è evidente e casi come questi sono all’ordine del giorno. In alcuni casi si finge addirittura l’apertura di un centro commerciale, è successo davvero, per poi comunicare ai vari candidati per le diverse mansioni che il lavoro da svolgere era quello di andare porta a porta a convincere i cittadini a cambiare il proprio contratto dell’energia elettrica. Tutto chiaro no?
In alcuni casi, poi, le cose vanno addirittura in un modo assolutamente peggiore. La truffa può dirsi tale a tutti gli effetti. La segnalazione arrivataci da un nostro lettore attraverso una mail arrivata in redazione ci apre gli occhi su un fenomeno che pochi conoscono. Una modalità d’azione che in qualche modo approfitta della necessità di lavorare di milioni di donne e uomini, sfrutta, insomma, tale elemento a proprio favore, per i propri fini.
Piero Natta, 25enne di Torino, ha all’attivo quasi sei anni di esperienza nel settore della gestione dei social network, creazione di contenuti speciali e quant’altro, una serie di competenze, legate a una pluriennale esperienza che oggi fanno di lui un social media manager a tutti gli effetti. La collaborazione con la sua precedente azienda si è di colpo interrotta e quindi nelle scorse settimane si mette alla ricerca di una nuova opportunità nel settore.
Piero, quindi, attraverso un noto portale di ricerca di annunci di lavoro inserisce la parola chiave riferita al ruolo da lui precedentemente ricoperto, il luogo dove vorrebbe trovare lavoro e avvia la ricerca. Quattro o cinque aziende evidenziate fanno al caso suo, per questioni logistiche, tipologia di collaborazione, stipendio offerto e quant’altro. Una di queste azienda dopo circa un’ora dall’invio della candidatura chiama Piero al cellulare.
“Dopo un’ora circa dall’invio della candidatura – dichiara Piero Natta – mi squilla il telefono, io quasi non ci credo che dall’altra parte ci potesse essere una di quelle aziende. Rispondo e una voce femminile mi comunica di chiamare per conto dell’azienda x. Onestamente non ricordo il quel nome tra le quattro visionate, ma comunque mi rendo disponibile ad ascoltare cosa hanno da dirmi. Vogliono fissarmi un colloquio per il giorno successivo – continua – allora io chiedo di preciso di cosa stiamo parlando, insomma che tipo di lavoro mi offrono. Dall’altro lato la ragazza che mi parla fa la vaga, mi dice addirittura di non saperlo, di non avere informazioni in merito”.
“Mi chiedo come sia possibile – incalza Piero – confermo la data del colloquio ma un forte dubbio. Terminata la conversazione cerco sul web il nome dell’azienda che mi aveva appena contattato e scopro che si tratta del solito team di venditori telefonici, in questo caso di prodotti per la cura del corpo. Subito richiamo quel numero e disdico, chiedendo in che modo loro abbiano avuto il mio contatto. Alla domanda, però non ricevo alcuna risposta e la telefonata si interrompe li”.
A quel punto, Piero, si chiede come sia stato possibile che quell’azienda lo abbia chiamato. Proprio dopo aver inviato il proprio curriculum ad aziende che cercavano figure di social media manager. Evidentemente l’annuncio era soltanto un escamotage. Si inventa una offerta di lavoro che magari si immagina più che mai ricercata e alla fine si propone altro. Il candidato, pur di lavorare, anche se gabbato magari accetta perché preso dalla disperazione e il gioco è fatto.
A voi sembra normale tutto questo? Una truffa in piena regola al povero Piero e a chissà quanti altri italiani alla ricerca di un lavoro. Il mondo del web, insomma, nasconde sempre le stesse insidie. Il punto è che non sai mai, dall’altra parte chi puoi trovarti. Segnalazioni come queste, arrivano a centinaia presso le redazioni di giornali e siti web. Tanta delusione, tanta rabbia dovrebbe in qualche modo emergere e fare in modo che certe cose non accadano più, non in questo modo, approfittando della necessità di lavorare, continuando a prendere in giro milioni e milioni di donne e uomini.
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