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Monete, la perla della vecchia lira: può valere un’ottima auto usata

Published by
Paolo Marsico

Nel caso specifico andiamo a parlare di un esemplare davvero speciale, figlio di una tradizione davvero immortale.

In alcuni casi il collezionismo di monete può essere tranquillamente equiparato a qualsiasi altra forma di studio, per cosi dire, del passato, della storia più o meno recente di uno specifico paese. La testimonianza viva, di un passato che non andrà mai via. Il collezionismo, di fatto, rende assolutamente immortali esemplari che quando sono stati in circolazione hanno già, di per se, contribuito a creare lo stesso mito, per i cittadini e non solo.

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Non sempre i cittadini di un particolare paese sono a conoscenza di quelle che sono le ricchezze, per cosi dire del patrimonio numismatico di quella particolare zona. Non sempre i cittadini sanno di cosa si sta parlando e spesso nemmeno gli appassionati alle prime armi sono in gradi di comprendere pienamente quelle che sono le differenze sostanziali tra un esemplare e un altro. Soprattutto, poi, conoscere il valore delle monete specifiche in questione.

I fattori che fanno in modo che uno specifico esemplare resti, per cosi dire, sulla cresta dell’onda, sono bene o male sempre gli stessi. Non sempre, però, gli stessi elementi contribuiscono a una sorta di certa valutazione. Possiamo prendere in considerazione, per esempio, l’anno di produzione di una moneta, il contesto che ha portato alla sua stessa produzione, l’appartenenza eventuale a serie limitate, la tiratura stessa dell’esemplare.

Il soggetto rappresentato su una delle due facciata, le condizioni di conservazione e in ultimo la presenza eventuale di errori di conio, veri e propri difetti di fabbrica per intenderci. Di questo passo, andando a prendere in considerazione tutti questi specifici elementi ci si avvia verso una valutazione assolutamente chiara e limpida dello specifico esemplare in questione. Il collezionista, spesso, si muove in questo particolare senso.

Al giorno d’oggi, però, un collezionista medio va a considerare anche altri aspetti che prima non potevano essere affatto presi in considerazione. L’approccio specifico allo stesso contesto collezionistico oggi è completamente diverso. Oggi, il web, ha praticamente rivoluzionato qualsiasi aspetto legato a quello specifico universo. L’approccio, si diceva. Oggi grazie alla rete con un semplice click si ha accesso a milioni e milioni di contenuti.

Informazioni, immagini, situazioni che prima non era possibile considerare. Confronti, valutazioni. Lo stesso collezionista, oggi è molto più al centro di tutto di quanto si possa immaginare. In questa fase, grazie al web il collezionista può interagire con altri appassionati, scambiare pareri, informazioni. Acquistare e vendere in assoluta sicurezza. Il collezionista, oggi, è insomma il protagonista principale di un mondo in continua evoluzione.

Monete, la perla della vecchia lira: quanto vale l’esemplare che non ti aspetti

Tra gli esemplari maggiormente considerati dai collezionisti di ogni parte del mondo troviamo sicuramente quelli appartenenti alla vecchia lira. Nello specifico andremo a prendere in esame una specifica moneta che negli anni ha letteralmente stregato i cittadini italiani. Stiamo parlando della moneta da 100 lire, denominata Minerva per una delle immagini rappresentata su uno dei suoi due lati. Una moneta che ha fatto la storia del nostro paese.

Coniata, nel nostro paese dal 1955 al 1989, la moneta è uscita dalla circolazione all’inizio degli anni duemila con l’arrivo dell’euro. Nello specifico, insomma, parliamo di una moneta rimasta in circolazione per più di 30 anni, un vero e proprio pezzo di paese, insomma. Diametro da 27,8 millimetri, peso di 8 grammi, cornice rigata e spessa 2 millimetri. Su uno dei lati il volto della nostra Itala, in una tipica allegoria. Sull’altro Minerva, divinità romana della guerra per causa giusta rappresentata con lancia impugnata in una immagine particolarmente significativa.

L’esemplare in questione può vantare numerose versioni. Tra queste, la più preziosa in assoluto resta quella di prova del 1954. Parliamo, nello specifico di veri e propri esperimenti compiuti prima della messa in circolazione dell’elemento. Un esemplare come quelli di prova del 1954, può arrivare a valere in ottime condizioni di conservazione una cifra molto vicina ai 3mila euro. La versione dell’anno successivo, poi, può arrivare a valere circa 900 euro.

Ampio spazio meritano poi quelle situazioni un po surreali che riguardano le valutazioni che possiamo trovare sul web di uno specifico esemplare. Spesso i siti di shopping online propongono affare particolarmente importanti le cui valutazioni necessitano del paese di un esperto del settore. Un esempio? La moneta da 100 lire Minerva messa in vendita a circa 18mila euro. Follia? Tutto vero? Il parere di un professionista, in certi casi è più che mai essenziale.

Parlando di vecchia lira poi, possiamo trovare altre monete considerate in modo molto particolare dagli appassionati del settore e non solo. Monete che hanno fatto anch’esse la storia del nostro paese e che oggi si difendono ottimamente a colpi di valutazioni prestigiose:

  • 10 Lire Olivo (1946). L’esemplare per eccellenza della neonata Repubblica Italiana. L’immagine di un ramoscello d’ulivo sul fronte e il cavallo alato Pegaso sul retro, la scritta Repubblica Italiana. Coniati, per l’esemplare in questione solo 101.000 pezzi. Un FDC del 1946 può valere fino a 6.000 euro. L’anno successivo ne sono state coniate solo 12.000, quindi anche un FDC del 1947 può valere fino a 4.000 euro.
  • 5 Lire Uva (1946). Primo esemplare di 5 Lire coniato dalla Repubblica Italiana, che a partire dal 1951 è stata sostituita dalle 5 Lire Delfino. Sul fronte è rappresentato un grappolo d’uva, sul retro il volto della libertà. Nel 1946 realizzati 81.000 esemplari. La moneta in questione, oggi, può arrivare a valere circa 2000 euro.
  • 1 Lira Arancia (1947). Coniata nel 1946 e presenta la testa di Cerere sul fronte e un’arancia sul retro. Dal 1951 venne sostituita da una moneta rappresentate una bilancia sul fronte e una cornucopia sul retro. Nel 1946 realizzate 104.000, mentre l’anno successivo solo 12.000. Un FDC del 1947 può valere fino a € 1.500.
  • 2 Lire Spiga (1947). Coniato nell’anno della Repubblica e realizzato fino al 1950, prima di essere sostituito dalle 2 lire raffiguranti un’ape: entrambe le versioni sono un omaggio all’Articolo 1 della Costituzione Italiana. Il fronte della moneta rappresenta un contadino intento ad arare il terreno. Nel 1947 realizzate solo 12.000 unità. Oggi, tale esemplare può arrivare a valere circa 1800 euro.

Pezzi unici, niente da aggiungere. Monete che hanno letteralmente fatto la storia del proprio paese e che oggi continuano a far sognare milioni e milioni di collezionisti in ogni parte del mondo.

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