Attenzione, cosa succede in caso di mancato pagamento delle cartelle esattoriali? Svelata la verità che non ti aspetti.
Sono in molti a chiedersi quali possano essere le possibili conseguenze nel caso in cui una persona non provveda al pagamento delle cartelle esattoriali. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Gli ultimi anni sono stati segnati da tutta una serie di eventi che hanno avuto, e continuano purtroppo ad avere, un impatto negativo sulle nostre vite in generale e sulle nostre tasche in particolare. A partire dal Covid fino ad arrivare al preoccupante aumento dei prezzi, sono tanti gli elementi a cui dover prestare attenzione.
Se tutto questo non bastasse, in tanti temono di dover fare i conti con le conseguenze derivanti da eventuali debiti pregressi. In particolare sono in molti a chiedersi quali possano essere le possibili conseguenze nel caso in cui una persona non provveda al pagamento delle cartelle esattoriali. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Come già detto, sono in molti a chiedersi quali possano essere le possibili conseguenze nel caso in cui una persona non provveda al pagamento delle cartelle esattoriali. Ebbene, bisogna sapere che quando si riceve una cartella esattoriale non si subisce subito, ad esempio, il pignoramento del proprio stipendio. In genere, infatti, passa un po’ di tempo dall’invio della notifica all’avvio delle azioni esecutive.
In ogni caso non bisogna mai sottovalutare le cartelle esattoriali, onde evitare di incorrrere in spiacevoli conseguenze. A tal proposito interesserà sapere che, in caso di vizi o errori, è possibile impugnare la cartella esattoriale. Se quest’ultima è legittima a tutti gli effetti, invece, si deve fare i conti con le relative conseguenze.
In particolare bisogna sapere che dopo l’invio della cartella esattoriali, l’Agente per la Riscossione esattoriale potrà procedere con il recupero del credito. A tal fine l’esattore può optare per diverse misure come il fermo amministrativo dell’auto oppure l’ipoteca su uno o più immobili del contribuente. L’ipoteca, è bene ricordare, può essere applicata solo nel caso in cui il debito superi quota 20 mila euro.
In alternativa può optare per il pignoramento dei beni. In tal caso l’esattore sceglie quali beni del debitore pignorare, come ad esempio il conto corrente bancario. Se su quest’ultimo viene accredito lo stipendio o la pensione, però, bisogna rispettare determinati paletti. Ovvero, per la somma già presenta alla data del pignoramento, può essere pignorato solo l’importo che eccede il triplo dell’importo dell’assegno sociale.
Per le mensilità successive è possibile pignorare un decimo se l’importo della pensione o dello stipendio non supera 2.500 euro. Tale soglia diventa di un settimo se inferiore a quota cinque mila euro; di un quinto se l’importo supera quota cinque mila euro. Ma non solo, l’esattore può decidere di pignorare lo stipendio.
Anche qui vale il limite di un decimo se l’importo dello stipendio non supera 2.500 euro; di un settimo se l’importo non supera cinque mila euro; di un quinto se l’importo supera cinque mila euro. In alternativa l’esattore può decidere di pignorare uno o più immobili e metterli all’asta. Questo è possibile a patto che il valore del debito complessivo sia superiore a quota 120 mila euro.
Chi dispone di una piccola somma di denaro e desidera individuare delle soluzioni finanziarie che…
Ottima occasione di lavoro per diplomati con il maxi concorso pubblicato dal Comune di Roma.…
L'estate si avvicina ed in tanti sicuramente stanno pensando a dove andare in vacanza, ma…
L'estate è ormai alle porta ed in tanti utilizzeranno il condizionatore, ma quanto consuma? Attenzione…
Può capitare di avere figli disoccupati maggiorenni nel nucleo familiare: in questo caso si può…
Come tutti gli anni, anche in questo 2023 potremo indicare nel 730 le spese mediche…