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Hai le 10 lire? Possiedi un tesoro a casa dal valore incredibile, le cifre che in pochi sanno

Published by
Paolo Marsico

Un pezzo assolutamente unico. Vero e proprio repertorio in un ambito che ancora una volta si mostra all’avanguardia.

Per quel che riguarda il valore storico di una moneta in particolare siamo tutti d’accordo che quest’ultimo non può certo avere una visione, in qualche modo universale. Il valore stesso, quella che di fatto diviene la valutazione stessa di un esemplare specifico è figlia di numerosi fattori che vanno a intersecarsi tra loro. Quelli più meno noti, sono per l’appunto abbastanza comprensibili da tutti, altri forse un tantino meno, ma sempre ugualmente determinanti, quando necessario.

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Quando si intavolano determinate riflessioni, in ambiti tanto particolari e complessi, come quello per l’appunto collezionistico, non si può prescindere da una serie di elementi. Prendiamo in considerazione, per l’appunto le monete, tra gli oggetti maggiormente collezionati da appassionati di ogni parte del mondo. Cosa sappiamo di monete, cosa sappiamo di ciò che bisogna in qualche modo considerare per rendere un processo di classificazione in qualche modo valido.

Pensiamo, per esempio, alla data di conio. Il contesto storico, politico, sociale che ha dato di fatto il via alla produzione della stessa moneta. La tiratura, eventualmente bassa, l’appartenenza, sempre eventuale a specifiche collezioni, altro elemento molto particolare. Consideriamo inoltre il soggetto rappresentato su una delle due facciate della stessa moneta e la motivazione stessa. Prendiamo poi in esame eventualmente il materiale di produzione.

Lo stato di conservazione dello stesso esemplare, certo e in più la presenza sempre eventuale di difetti di conio, piccoli errori di produzione, per intenderci, scampati alla distruzione obbligatoria in certi casi. In questo senso possiamo dire di aver preso seriamente in esame tutti i dettagli utili a classificare in un certo modo uno specifico esemplare di moneta. Ci troviamo di fronte, a questo punto a un quadro ben preciso della situazione.

A questo punto è bene chiarire un punto. Gli esemplari della vecchia moneta italiana, la lira, per l’appunto, restano tutt’ora tra i più ricercati dagli appassionati di ogni parte del mondo. Il connubio vecchia lira Italia rappresenta ormai una immagine ben radicata nella mente e nel cuore non solo dei collezionisti ma anche degli stessi cittadini italiani. Un rapporto durato lungo tre diversi secoli e caratterizzato da momenti drammatici e attimi di grande speranza.

Se guardiamo, oggi, al contesto collezionistico, troviamo un universo completamente rimodellato grazie alla prorompente spinta lanciata dal web nel corso degli scorsi decenni. Lo stesso contesto, insomma, appare del tutto rivoluzionato. Se prima il collezionista era tutto cataloghi e mercatini dell’usato oggi il tutto si svolge su un campo completamente diverso. Pochi click e in rete si ha accesso a milioni e milioni di pagine di contenuti.

Lo stesso collezionista ha quindi la possibilità di confrontare, visionare, studiare i vari esemplari ai quali si mostra interessato. Può interagire con gli altri appassionati in giro per il mondo. Può confrontarsi con loro può scambiare esemplari, acquistare e vendere in tutta sicurezza. In più ha l’opportunità eventuale di partecipare ad aste online o in presenza organizzate spesso dagli stessi portali web. Un universo, insomma, in continua evoluzione.

Monete, la vecchia lira sorprende ancora: le caratteristiche della 10 lire Spiga

Tra gli esemplari della vecchia lira, in qualche modo definibili forse più suggestivi in assoluto troviamo una vecchia moneta da 10 lire definita Spiga, grazie all’immagine che ne caratterizza, di fatto uno dei versi. Parliamo di uno dei tagli maggiormente diffusi nel nostro paese, protagonista nel secondo guerra di una sorta di restyling. Coniate per la prima volta nel 1951, queste specifiche monete sono state prodotte fino al 2001, con la sola interruzione durante il periodo che va dal 1956 al 1965.

Realizzate in una lega leggerissima e resistente, molto utilizzata in quegli anni, chiamata Italma. Hanno un diametro di 23,2 millimetri e pesano all’incirca 1,5 grammi. Su uno dei due versi troviamo l’immagine di un aratro con intorno la scritta “Repvubblica Italiana”. Più in basso, in rilievo il simbolo “R”, della Zecca di Roma e l’anno di emissione della stessa moneta. Sull’altro verso troviamo la rappresentazione delle spighe che in qualche modo “guardano” in direzioni diverse, oltre che il valore nominale dell’esemplare.

Le varianti in circolazione di questa particolare moneta sono circa 40. In alcuni casi il valore degli stessi esemplari si esprime in modo assolutamente interessante. Tra le più richieste troviamo le 10 lire con Spiga del 1954. Il valore di questo esemplare specifico è pari a circa 100 euro. Chiaramente il valore sale in base a quelle che sono le condizioni stesse di mantenimento dell’esemplare. In linea di massima possiamo definire molto ricercate tutte le monete da 10 lire emesse negli anni cinquanta. Valore medio circa 30 euro.

Per quel che riguarda invece la presenza di eventuali errori di conio, possiamo segnalare l’esemplare di 10 lire del 1991. La presenza di assi al contrario può portare a una valutazione media di circa 70 euro, davvero niente male insomma. Quel che è importante sottolineare, a oggi è che dunque ritrovarsi un vecchio esemplare del genere tra le mani non sarebbe affatto male. Riaffiorato magari da un vecchio portaoggetti di casa, un vecchio cappotto o da qualsiasi altro posto.

Per soddisfare la curiosità dei lettori più vogliosi di conoscere anche altre valutazioni abbastanza prestigiose di esemplari della vecchia lira, riportiamo di seguito un brevissimo elenco con i “pezzi” più ricercati e di conseguenza di maggior valore attualmente ancora in circolazione per lo meno sul mercato collezionistico. Vere e proprie chicche per collezionisti insomma:

  • le 2 lire del 1947 a 1800 euro
  • la 1 lira del 1947 con il ramo d’arancio e il frutto maturo da un lato e la donna con il capo ornato di spighe dall’altro, a 1500 euro
  • le 5 lire del 1946 realizzate in Italma (Italiano Alluminio Magnesio) a 1200 euro
  • le 100 lire del 1955 da 1000 euro
  • le 200 lire del 1977 con la scritta “prova” a 800 euro
  • le 20 lire del 1955 con la scritta “prova” a 300 euro.

L’elenco insomma è ben fornito e vanta pezzi che possono valere anche un mese di stipendio, per intenderci. Oggi, i collezionisti, più ch mai sono orientati verso la ricerca dell’esemplare della vita, il colpo da mettere a segno per rendere assolutamente eccezionale e unica la propria collezione. Missione impossibile? Non si direbbe.

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