Il Covid torna a fare paura, ancora una volta per colpa della Cina. L’aumento rapidissimo dei casi in oriente fa temere una nuova ondata.
L’Italia si è mossa all’istante testando tutte le persone che arrivano nel nostro paese dalla Cina. Altri paesi europei la stanno seguendo, ma i contagi potrebbero riprendere.
La paura è però legata soprattutto ad una nuova possibile variante, che potrebbe svilupparsi a causa dell’ampia diffusione del virus in estremo oriente. Per questo il governo ha già tracciato le linee guida per un nuovo periodo di restrizioni, in caso la situazione dovesse peggiorare. Per il momento però il vaccino e l’immunità acquisita tramite i contagi proteggono la popolazione italiana dalle conseguenze peggiori della pandemia.
Dopo due anni di lockdown e misure restrittive al limite degli arresti domiciliari, la Cina ha abbandonato improvvisamente la strategia zero Covid. Le proteste di dicembre hanno spaventato il governo di Pechino, che si è rimangiato in poche settimane la sua intera politica di contenimento della pandemia. Addio lockdown di intere città per qualche decina di casi, addio isolamento e chiusura dei confini, liberi tutti per non dover affrontare le proteste popolari.
Come prevedibile però, questa scelta ha fatto aumentare vertiginosamente i casi. I numeri precisi non si sapranno mai, perché il governo di Pechino ha smesso di comunicare anche quelli ufficiali, già considerati poco affidabili. Si parla di milioni di casi al giorno, migliaia di morti, ospedali al collasso e code davanti ai crematoi. Il contagio si è abbattuto su una popolazione vaccinata con un siero poco efficace, di vecchia concezione che non sembra in grado di proteggere dalla variante Omicron.
I lockdown inoltre avevano impedito la circolazione del virus, privando i cinesi anche dell’immunità concessa dall’aver superato la malattia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è mostrata preoccupata, e ha chiesto alla Cina di ricominciare a comunicare i dati sulla pandemia. Si teme che l’elevato numero di casi possa dare vita ad una nuova variante che dia nuova spinta al contagio a livello mondiale.
L’Italia è stato uno dei primi paesi a prendere contromisure. All’aeroporto di Malpensa, principale scalo per i voli provenienti dalla Cina, sono cominciati i tamponi ai passeggeri in arrivo dall’oriente. Il ministro della sanità Schillaci ha sottolineato che non si tratta di test per il confinamento dei casi. Il fine è quello di verificare che no si sia sviluppata una nuova variante. Dopo un periodo di critiche, anche altri paesi europei come Francia e Regno Unito e Spagna, hanno cominciato ad applicare la stessa politica.
Il governo ha già avvisato che in caso la situazione dovesse peggiorare, verranno reintrodotte alcune delle restrizioni che erano presenti durante le fasi più critiche della pandemia. Per il momento la circolare diffusa dall’esecutivo parla soltanto di mascherine e smart working, per limitare il contagio. Niente Green Pass e lockdown per il momento quindi, e neanche un rallentamento del programmato piano di rimozione delle politiche anti Covid. Dal 1 gennaio infatti non è più necessario un tampone negativo per uscire dall’isolamento.
Per il momento la situazione no sembra critica. I tamponi fatti ai passeggeri dei voli provenienti dalla Cina sono stati sequenziati e mostrano per lo più la prevalenza di Omicron, e nessuna nuova variante.
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