Le Partite Iva attendevano dei cambiamenti ma quelli al momento designati non soddisfano le attese anzi le disilludono.
Il mondo della Partite IVA sarà sottoposto a nuova stretta ma gli aiuti quando arriveranno?
La Legge di Bilancio 2023 introduce tramite due articoli – il numero 36 e il numero 37 – delle novità per evitare il fenomeno degli apri e chiudi dei negozi. Negli ultimi anni si è notato spesso un alternarsi di store che aprivano e chiudevano nel giro di pochi mesi se non settimane. Cosa c’è dietro questo apri e chiudi? L’Agenzia delle Entrate sospetta, naturalmente un illecito. Nello specifico tale prassi comporta giri d’affari da milioni di euro riscontrati dal Fisco con 850 aziende che solo a Venezia nel 2019 sono risultate fantasma e non hanno mai versato tasse né contributi. Ristoranti, agenzie di viaggi, negozi di cianfrusaglie, alberghi, minimarket.
Aperti per poco tempo, poi serrande abbassate e proprietari spariti nel nulla così come i soldi che avrebbero dovuto corrispondere all’Agenzia delle Entrate. Nessun controlli fiscale, inoltre, da poter eseguire. Ecco perché è nata l’esigenza di porre un fine a questi raggiri del sistema.
Due articoli registrati come “Rafforzamento del presidio preventivo connesso all’attribuzione e all’operatività delle Partite IVA”. L’obiettivo è impedire l’apri e chiudi con conseguente sparizione della società a responsabilità semplificata o delle ditte individuali. La decisione del Governo nasce da un’esigenza di contrasto alla concorrenza sleale dato che questi store aperti provvisoriamente possono vendere prodotti a prezzi bassi non avendo intenzione di assolvere gli obblighi previdenziali e fiscali.
Il reato messo in atto è di frode e l’Agenzia delle Entrate ha intenzione di porvi fine. In che modo? Aumentando i controlli preventivi, erogando multe di 3 mila euro e introducendo una fideiussione da 50 mila euro minimo per chi vuole riaprire la Partita IVA. In più, la norma prevede l’aggiunta delle responsabilità diretta degli intermediari (commercialisti o piattaforma elettroniche) che trasmettono la dichiarazione di apertura attività per conto del cliente.
Chi apre la Partita IVA per avviare un’attività d’impresa o da lavoro autonomo dovrà mostrare prove dell’esercizio effettivo nonché la certificazione dell’assenza dei rischi individuati. Nel momento in cui successivi controlli rivelassero una situazione differente, la Partita IVA verrebbe chiusa d’ufficio e scatterebbe la multa il cui importo dovrebbe essere condiviso con l’intermediario (a meno che non riesca a dimostrare la propria non colpevolezza).
La decisione del Governo è comprensibile, occorre frenare i fenomeni illeciti ma d’altra parte occorre chiedersi il perché di questi atti e se dietro ogni chiusura si nasconde realmente un intento fraudolento fin dall’inizio oppure l’impossibilità per le Partite IVA di far fronte ai pagamenti richiesti dallo Stato. Va bene il bastone se considerato necessario per arginare illeciti ma la carota per chi lavora duramente ed è costretto a pagare tasse e contributi che quasi annullano i guadagni quando arriverà?
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